Ieri sera, il Consiglio dei Ministri ha sciolto il Comune di Orta di Atella per 18 mesi, a causa di «condizionamenti da parte della criminalità organizzata». L’attuale amministrazione, retta dal sindaco Andrea Villano, è stata eletta nella primavera 2018. Dopo appena un anno dall’insediamento, sarebbero state riscontrate alcune irregolarità relative a licenze edilizie e variazioni dirigenziali nel settore urbanistico dell'ente.
Villano, che conquistò la fascia tricolore a seguito del ballottaggio imponendosi sull’altro candidato, Vincenzo Gaudino, con il 60% dei voti, subito dopo lo scioglimento, ha dichiarato: "Sono convinto che abbiano preso un abbaglio.”
Il Comune atellano già in passato era stato commissariato per infiltrazione camorristica e ingerenze da parte dei clan. In particolare, l’edificazione selvaggia realizzata nella cittadina ha portato sotto processo una serie di ex amministratori, tra i quali l’ex sindaco Angelo Brancaccio, attualmente in carcere perché accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso
Villano proprio sul ruolo che potrebbe aver avuto nella mancata revoca del Puc – Piano urbanistico comunale, approvato durante l’ultima gestione amministrativa di Brancaccio, finito al centro di un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto circa 70 persone fra tecnici, amministratori e imprenditori, ritiene che “è stata una scelta coraggiosa che ci avrebbe messo contro tre quarti di popolazione”. Intanto, l'ormai ex sindaco, ha annunciato ricorso contro il decreto firmato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e ha fatto sapere che tornerà al suo lavoro all’ufficio tecnico comunale di Caspaesenna, da cui aveva preso un periodo di aspettativa.