Diversi i testimoni della difesa ascoltati in aula, durante il processo a carico di don Michele Barone, accusato di maltrattamenti e lesioni nei confronti di una 14enne di Maddaloni e di violenza sessuale nei confronti di altre due giovani. L'ex prete, sospeso dalla Diocesi di Aversa, è finito in carcere nel febbraio dell'anno scorso, insieme al dirigente del commissariato di Maddaloni Luigi Schettino e ai genitori della 14enne, in seguito ad un'inchiesta avviata dalla trasmissione di Italia1 'Le Iene'.
L'udienza è iniziata con la testimonianza di due donne, madre e figlia di San Marcellino, e 'locandiere' della 14enne, sottoposta a riti esorcistici violenti, perché ritenuta posseduta dal diavolo.
La più giovane delle due testimoni ha raccontato di essersi dedicata alle cure dell'adolescente, nella sua casa di San Marcellino, nella quale, a partire dal settembre del 2017, si trasferì l'intero nucleo familiare maddalonese per avvicinarsi al "gruppo di preghiera".
Frequentemente - ha dichiarato la teste -la ragazzina sarebbe stata posseduta dal demonio dimostrando una forza sovrumana, che necessitava il loro intervento per evitare che si potesse far del male o che potesse farne agli altri. La stessa ha anche confermato il rigido regime alimentare a base di "latte e biscotti", così come sarebbe stato ordinato direttamente dall'angelo.
Acquisite nel fascicolo anche le conversazioni su Instagram tra la 14enne e la sua giovane 'guardiana', avute luogo in seguito all'arresto del sacerdote. Nei dialoghi l'adolescente avrebbe confessato che dopo l'arresto di Don Barone, ripercorrendo con la mente i trattamenti subiti le era "cascato il mondo addosso". La 'dama di compagnia' provò a contraddirla e a demolire le sue nuove valutazioni.
Le due testimonihanno smentito, oltre ai maltrattamenti, anche l'uso della saliva nelle pratiche esorcistiche di Don Barone, e che il prete dormisse con la minorenne dopo i suoi rituali. Secondo le due, l'uomo riposava da solo in una stanza situata al pian terreno della casa sammarcellinese.
Madre e figlia, interrogate anche sulla presenza del dirigente di polizia Schettinodurante gli incontri di preghiera, hanno dichiarato che l'uomo era presente solo il 24 dicembre 2017.
Infine, le due hanno elogiato il sacerdote del Tempio di Casapesenna, parlando di un uomo che si prodigava per i suoi fedeli, i quali lo aspettano con ansia fuori.
Un'altra ragazza è stata fermata durante il processo dai Carabinieri e dalla Polizia di turno presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dopo che questi avevano notato strani movimenti che compiva con il suo smartphone. Una volta controllato il cellulare della giovane, scoppiata in lacrime, gli agenti hanno eliminato gli scatti dalla memoria digitale e glielo hanno riconsegnato.
Il processo è stato rinviato alla settimana dopo Pasqua. Le due ragazze che avrebbero subito violenza sessuale da Don Barone si sono costituite parte civile, difese dagli avvocati Rossella Calabritto e Luigi Mordacchini.
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